martedì 11 dicembre 2012

L'ULTIMO GIGANTE di Francesco Portoghese





  Sigmund  Freud, con la sua indagine analitica sul "Mosè", sia pure limitata alla ricostruzione della "storia" apparente del soggetto, costituisce ancora il riferimento critico più fecondo per il superamento degli schemi interpretativi tradizionali. Dal notissimo studio di Freud riporto il brano che,sinteticamente, riassume l'interpretazione della statua del Mosè come sintomo di una condizione psicologica e risultato di una serie di movimenti antecedenti al momento fissato dall'artista : << Quello che noi vediamo in lui non è il preludio ad un'azione violenta, ma il residuo di un movimento trascorso:  egli avrebbe voluto in un impeto d'ira scattare in piedi, trarre vendetta, obliare le tavole, e invece ha vinto la tentazione e rimarrà adesso così, seduto, nella sua ira domata e in un dolore cui si mesce il disprezzo, Nè egli getterà le tavole a frantumarsi sulla pietra poiché proprio per esse ha vinto la sua ira, per la loro salvezza ha dominato la sua passione. Allorché si abbandonò al suo scoppio di collera dovette trascurare le tavole  e staccare da esse la mano che le portava: allora esse cominciarono a scivolare e corsero il pericolo di frantumarsi. Ciò gli fu di ammonimento. Memorie della sua missione, rinunciò a soddisfare il moto del suo animo. In questa posizione di attesa è rimasto, e così lo ha rappresentato Michelangelo, come guardiano della pietra sepolcrale.
Nella sua  figura si esprime una triplice stratificazione in senso verticale. Nella mimica del volto si rispecchiano gli affetti, che sono divenuti dominanti;nel mezzo della persona sono visibili i segni del movimento represso; il piede mostra ancora l'azione abbozzata, come se l'autodominio avesse progredito dall'alto verso il basso>>. Un ulteriore approfondimento permette di considerare in senso ampio l'ambito delle singole arti spaziali, individuando i nessi tra pittura, scultura, architettura e urbanistica; l'unità dell'opera artistica di Michelangelo trova una spiegazione proprio nella molteplicità dei suoi significati. Estendendo l'analisi freudiana dal comportamento alle matrici culturali e alla filosofia creativa dell'artista, l'opera viene filtrata attraverso molteplici angolazioni. Il video "L'ultimo Gigante" vuole rappresentare un tentativo di comprendere e di osservare l'opera di Michelangelo attraverso una molteplicità di nuove relazioni basate sulle sensazioni di meraviglia e di ammirazione che anche l'osservatore meno attento percepisce quando si trova difronte al mastodontico Mosè di Michelangelo.
Francesco Portoghese Dicembre 2012

venerdì 9 novembre 2012

"L'ORA DELL'ORO" Progetto grafico in tandem.



L'ORA DELL'ORO
L'idea, nasce dalla collaborazione di Checco Portoghese con l'architetto e designer partenopeo Luca Ciotola  e nasce proprio a Napoli...., la città dove tutto è possibile.
Un giorno, in un bar.....durante una calda giornata estiva, mentre sorseggiavamo il nostro caffè...nella nostra Napoli l'idea. Napoli, la città dal sorriso amaro, dove se vuoi riesci a trovare un ristorante aperto anche alle due del mattino, dove riesci a sorprenderti sempre per qualcosa di nuovo e diverso nell'apparente immutabilità delle cose. Napoli, la città dai mille strati sovrapposti, ma uguale sempre a se stessa, alla sua filosofia di vita.Napoli la città delle pause, dei riti che sopravvivono al tempo, ricercati, rivissuti sempre con la stessa sacralità e inviolabilità. Riti come quello del caffè che domina incontri frugali e riunioni di lavoro, che battezza nuove conoscenze, che rompe il ghiaccio in appuntamenti formali. Rito che si ripete ad ogni ora del giorno, fatto per le abitudini di tutti: per chi non si sveglia se non prende il caffè, chi comincia la sua giornata solo dopo una gustosa tazzina di caffè, per chi deve ricominciare dopo una pausa pranzo troppo breve o troppo pesante, per chi vuole interrompere per qualche istante l'incessante ritmo di lavoro d'ufficio.Il caffè pagato ad amici e colleghi per festeggiare il proprio compleanno o onomastico, oppure ordinato in cantiere per ingraziarsi gli operai ed addolcirne la naturale diffidenza. Il caffè offerto in segno di rispetto, per amicizia o per affetto, come gesto di galanteria. Il caffè pagato, antico rituale per manifestare al mondo il proprio buon umore. 
E' da qui che parte la nostra idea. Ed è per questo che il filo conduttore è proprio .... UN FILO:
 "il filo dei panni" ancora oggi utilizzato dal popolo per asciugare il bucato, fissato tra due edifici a formare una sorta di cappello ai vicoli stretti e lunghi dei quartieri più vecchi e popolari.Un filo che viene direttamente dal passato e che porta con se mille anni di abitudini, storie, tradizioni, vicende...un filo che resiste ai tempi e che ancora carica su di se senza alcun pudore magliette, pantaloni e mutande; un filo che accoglie un piccione che stanco si posa per riposarsi e comincia a tubare (o se si preferisce a twittare) per poi riprendere a volare tra vicoli e strade.Un filo che raccoglie e trasmette odori da sempre uguali a se stessi, aiutato del vento che si incanala leggero tra i vicoli stretti come budelli e che trasporta indistintamente per centinaia di metri il profumo del bucato appena steso, quello del ragù della domenica, delle fritture di paranza, dei friarielli ripassati in padella, dei peperoni appena arrostiti. Un filo che accompagna l'inconfondibile profumo del caffè che dà il risveglio al mattino, oppure rinvigorisce dal lento sonnecchiare del pomeriggio o che alla sera si gusta per "addolcire la bocca" prima di dormire.
Il caffè come un'arte immutata e immutabile nel tempo, un'icona che si incastona in un ideale quadro della città, insieme al mare, al sole, alla vista del golfo...Un simbolo VERO di Napoli al di fuori dei luoghi comuni, che tutti cercano e vogliono provare quando si trovano in città e dal quale rimangono inebriati ed estasiati provando a catturare e portare con se quella fragranza e quell'odore che però si perdono magicamente non appena ci si allontana da qui...(Si dice per merito dell'acqua o della tecnica di preparazione, ma è più realistico dare merito alle atmosfere e alle magiche ritualità che accompagnate alle migliori miscele rendono questa bevanda a Napoli la migliore del mondo!)

"Una tazzina che racchiude il passato e rilegge il presente per proiettarsi verso il futuro prossimo è l'idea che abbiamo cercato di tramutare in piacevole concretezza."

Una tazzina quindi che raccoglie in se un enorme e importante passato ma che vuole reinterpretare il concetto di socialità oggi ingabbiato dentro i freddi ingranaggi di Twitter e Facebook, Social Network che rubano l'incontro intimo, personale, fatto di strette di mano, che cancellano il profumo e aroma, lo zucchero che scende lentamente nella tazzina, il rapporto di simpatia col barista di fiducia.
Ed è per questo che nel "nostro rito", quello che vediamo e vorremmo noi, il piccione si posa sul filo dei panni per qualche istante e smette di "cinguettare" (o twittare) lasciando spazio all'incontro ravvicinato, magari appoggiati al bancone del bar o comodamente seduti ad un tavolino preparandosi a sorseggiare il caffè. E prima di farlo, mentre si porta la tazzina alla bocca, ci si lascia inebriare dall'aroma che risale  e guardando l'interno della tazza si intravede il simbolo "mi piace" (o I like it) - oggi molto usato per mostrare sinteticamente gradimento per qualcosa - che non si può che condividere approvando mentalmente tale sublime gesto, un attimo prima del primo sorso.   

"L'ORO di Napoli è un insieme di simboli, gesti, abitudini, riti che sopravvivono al tempo e che oggi più che mai rappresentano un patrimonio da salvaguardare e rivalutare."

Ci piace pensare che questo lavoro possa essere un piccolo contributo per dar vigore ed esaltare uno dei riti più piacevoli e sacri per il napoletano, e che questa tazzina così ridisegnata sia il miglior modo di racchiudere in pochi sorsi un patrimonio di Napoli nel mondo.
Che i luoghi comuni della nostra città diventino VERI messaggi e piacevoli scoperte per chi spesso giudica frettolosamente ciò che non può conoscere, per chi non sa che questo è un rito che porta dentro storia e tradizione e che vuole religioso rispetto e seria gratificazione.

CoccoilCreativo Novembre 2012

venerdì 5 ottobre 2012

SUPERB! Ode à la vie....

Sagrada Familia (Ode à la vie) - Démo officiel from Moment Factory on Vimeo.


Lo spettacolo di quindici minuti, Ode à la vie , ha proiettato nuvole e cascate sulla facciata della chiesa, completa di nebbia accompagnata dalla colonna sonora di Anthony Rozankovic e Misteur Valaire. Lo spettacolo ha attirato circa di 32.000 persone che hanno inondato l apiazza antistante alla chiesa di migliaia di farfalle scintillanti a LED.
L'ispirazione è ovviamente venuta da Gaudi stesso che prevedeva la cattedrale piena di colore dopo il suo completamento, previsto per 2026. Lo spettacolo di certo rispecchia lo stile di Gaudì che ha salutato un mondo vecchio tradizionale con un fantastico design moderno.

martedì 25 settembre 2012

E SE SI CONSIDERASSERO CONTENITORI DI VITALITA'?

CONTAINERS OF LIFE By Francesco Portoghese alias "CoccoilCreativo"

giovedì 20 settembre 2012

CASE POPOLARI che infondono gioia e allegria.

Il quartiere Hundertwasser (Löwengasse angolo Kegelgasse) con le sue fantasiose soluzioni architettoniche e i suoi colori fu fatto erigere dal Comune di Vienna a metà degli anni ’80 a fronte del piano di sviluppo di edilizia popolare. Il complesso abitativo con 50 appartamenti nacque dall’estro e dalla magia del pittore Friedensreich Hundertwasser (Fritz Hundertwasser) che ci ricorda la stupefacente fantasia architettonica e controcorrente dello spagnolo Gaudì.
Quest' opera architettonica mi colpì sopratutto per le sue facciate che si ispirano agli antichi palazzi veneziani, alte torri a bulbo dorato, pareti ondulate, decori in ceramica policroma, colonne pendenti, appartamenti contraddistinti da un diverso colore, che li rende unici, con porte e finestre di forma irregolare.

Fritz Hundertwasser intese abolire l’uniformità dello standard abitativo che lega e vincola l'edilizia popolare creando un unicum di piacevole irregolarità, pensata e creata per essere goduta da chi vi abita e da chi la osserva.

L'artista ha voluto infondere allegria e gioia di vivere ai 50 appartamenti delle persone meno abbienti della città. Nell'osservare questo quartiere.....immaginare la sua fruibilità.....e concentrandomi sulle sensazioni che percepivo percorrendo i suoi cortili, mi domandavo perché quest'esempio di architettura legata all'utilizzo di colori capace di infondere sensazioni positive, e voglia di vivere, non fosse stata mai impiegata nei quartieri della periferia della mia città. In fondo se esiste al mondo un luogo capace di strappare un sorriso meravigliato ascoltando il suo dialetto parlato nei vicoli....le sue tradizioni......la sua gente....è proprio Napoli. Allora la domanda sorge spontanea...perché non si è sperimentato.....di chi è la colpa.....
Perché negli stessi anni se non successivamente sorgevano nelle nostre periferie esempi di agglomerati urbani frutto dello sterile clientelismo, e del diligente approccio progettuale agli standard abitativi....che invece di migliorare la qualità della vita la SACRIFICANO.  
Perché negli stessi anni non si sperimentava.....dando la possibiltà alle nuove leve di progettisti, artisti, e designers di esprimersi liberamente. 
Perché ad oggi nulla è cambiato? l'intervento di Friedensreich Hundertwasser è datato 1980.
Di certo non ho una risposta...né una soluzione...a queste domande....ma so nel mio piccolo cosa eviterò di fare nei prossimi anni. SCAPPARE lasciare tutto e andare perché ho in qualità di progettista,  un DOVERE MORALE nei confronti di chi verrà dopo di me.......Eviterò di LAMENTARMI.....farei il loro gioco..... Eviterò  ad ogni elezione di votare candidati incapaci di ascoltare i reali bisogni della gente. Eviterò di credere a chi ha la barba BIANCA..... Perchè chi abita nelle periferie non è gente da punire....!!! Allora la vera voglia di cambiamento deve partire da noi stessi....Altrimenti non ci resta che andare a leccare il culo e a elemosinare quello che ci spetterebbe di diritto.....la possibilità di fare attraverso il proprio lavoro qualcosa di concreto per migliorare la qualità della vita nella nostra città. BASTA con lo schifo che ci circonda.....Non ci lamentiamo poi se il risultato è sotto ai nostri occhi.......
CoccoilCreativo Settembre 2012

giovedì 13 settembre 2012

Quella finestra che dava sul golfo.......


Ricorderò sempre con piacere quella vista unica che dava sul golfo, come da un'oblo' di una nave da crociera mi scorgevo per osservare quel paradiso e ascoltare i rumori in lontananza di una città che bruciava di vita. Attraverso quella finestra dell'ultimo piano al Monte di Dio osservavo un PARADISO colorato. CoccoilCreativo 2012

mercoledì 5 settembre 2012

NON CERCARE TROPPO IN LA' SPESSO E' VICINISSIMA L'ESSENZA DELLE COSE. "COCCOLOVE"


La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme. 
(Italo Calvino)



venerdì 20 luglio 2012

Secondo voi chi ritorna nella città d’origine è un fallito??? o un MIRACOLATO????



Credo  che  soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo affrontando in questi mesi ci sia  la necessità, quasi il dovere morale di invertire il processo in base al quale chi ritorna nel territorio d’origine – dopo un’esperienza in città – si senta inevitabilmente un fallito. “Bisogna far sì che il ritorno nella propria comunità d’origine, città  o paese rappresenti un valore per i nuovi giovani delle città del Sud e delle splendide  zone rurali del Sud d’Italia, e non più il marchio evidente di chi non ce l’ha fatta” Se siete nati in una piccola città di provincia o in un paesino,  o in una città del Sud come me, sapete bene che questo rappresenta una difficoltà notevole, di chi passa infanzia e adolescenza senza prospettive lavorative e stimoli culturali. Chi può se ne va, senza pensarci due volte, girando le spalle alla propria città, e chi resta spesso viene guardato con disistima. Quando qualche anno fa, ho lasciato la mia ridente cittadina dell'interland napoletano, per andare a lavorare prima a Torino per poi arrivare a dividermi tra Savona e Milano, non sapevo dove mi avrebbero portato le esperienze di quegli anni....., avevo solo una certezza:  NON SAREI MAI PIU' TORNATO!! Tutte le volte che venivo a conoscenza di qualcuno che, dopo o durante l’università,  aveva invece fatto marcia indietro, non riuscivo a non provare un sentimento di pena mista a rabbia. Pensavo che, con quel gesto, il mio concittadino avesse buttato all’aria l’occasione della sua vita. Superato, però, il radicalismo dei miei trent’anni, ho cominciato a guardare con meno severità e più comprensione a quei ritorni. Anzi, quando sento la storia di qualcuno che, insieme alle valigie, ha riportato “a casa” (e magari messo a frutto) un pezzettino delle esperienze e delle conoscenze accumulate all’estero o in città, penso quale splendida regione sarebbe oggi la nostra. “E tu, cosa fai??? Ti chiedi mai cosa stai facendo per quella terra lontana….che ti ha dato la vita, ha generato parte della tua essenza, le prime amicizie, i primi amori, i primi libri, insomma le basi per diventare quello che, nel bene e nel male, sei oggi? ”Oggi  apprezzo e condivido quella scelta fatta anni fa, anzi ne vado fiero. Il valore di quel RITORNO ........NON HA PREZZO, così come non ha prezzo la gioia di passeggiare in una giornata di luglio sotto un sole accecante tra i vicoli e le meraviglie della mia città, il sorseggiare un calice di vino locale a poco prezzo, chiacchierare con Pietro il salumiere, un morso ad una pizza fritta.....le escursioni tra cento itinerari diversi, le isole pedonali, la vista straordinaria dalle finestre della casa dei miei genitori, respirare l'odore del mare, penso che – dopo tutto – alla base di quella scelta non ci fu solo la pigrizia o le difficoltà di vivere lontano da casa......ma la necessità di sentirsi parte integrante di una realtà che mi aveva generato e che per riconoscenza dovevo difendere e arricchire attraverso il mio agire quotidiano. Niente campanilismo, si tratta solo di riconoscenza. Mettere a frutto le proprie esperienze giovanili, crescere, maturare professionalmente nella propria terra non ha prezzo. I problemi del Sud non lasciarli ad altri…..li conosci, i problemi dei piccoli centri e dei territori rurali restano: poco lavoro, scarsa offerta culturale, stimoli esigui. Ma, credo, forse proprio nel non abbandonare tutto e tutti, forse proprio in quei ritorni si nasconde la chiave e la speranza di risolverli. Se sto pensando di andare via? Niente affatto!!! Magari per qualche mese.......il tempo di comprendere.......osservare......capire e imparare.......e poi ritornare!!! Un grande applauso misto a un buon lavoro per tutti quelli che RIUSCIRANNO a FARLO….con consapevolezza. J CoccoilCreativo Luglio 2012

mercoledì 20 giugno 2012

E finalmente aMorE - Installazione su Plexiglass "Le Case di Cocco"
























     Oggi è proprio la neuroscienza che sostiene la necessità di prendere molto seriamente le emozioni. Le nuove scoperte scientifiche sono incoraggianti. Circondarsi di oggetti che stimolino positivamente la mente fa bene!
"FINALMENTE AMORE" è un installazione su plexiglass retroilluminata, che si pone l'obbiettivo di ricordare all'osservatore, quanto sia stato importante e magico l'attimo in cui ci si è conosciuti e innamorati. La convinzione è che, se cercassimo quotidianamente di aumentare la nostra consapevolezza di essere UMANI, e quindi facendo i conti con le nostre emozioni, di  controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di aumentare la nostra capacità di essere empatici e di curarci degli altri, di cooperare e di stabilire legami sociali - in altre parole, se prestassimo maggiore attenzione in modo più sistematico alla NOSTRA INTELLIGENZA EMOTIVA - potremo sperare in una vita migliore e in un futuro più roseo e sereno. 
CoccoilCreativo Giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

venerdì 25 maggio 2012

SONO UN RAGAZZO DEL SUD......VIVO E IMMAGINO LA VITA A COLORI.



The pills of Zedong di Francesco Portoghese- SERIE LIMITATA 50 tiraure

Le persone che mi seguono da tempo, i miei amici, hanno imparato a conoscermi, e sanno che sono un divoratore di cibo, di musica e di cinema. I film e la grafica sono la mia specialità e, con i colori mi piace raccontare il mondo che mi circonda. Oggi ho il piacere di presentarvi il mio nuovo progetto grafico: The pills of Zedong. Quest'opera pensata e creata attraverso l'accostamento di immagini e colori vuole collocarsi come arte "popolare" ponendosi come  scopo quello di dare all'osservatore, lo spunto per una riflessione sulla società nella quale viviamo. The pills of Zedong vuole definirsi un opera provocatoria, che trae dai simboli e dalla storia anche di paesi lontani, la sua fonte di ispirazione. Prodotta in serie attraverso l'accostamento di segni legati all'infanzia con pensieri e immagini da adulto.....vuole  rappresentare lo specchio della società arida nella quale viviamo, basata sulla omologazione individuale dell'essere umano e su i falsi profeti custodi di certezze. E anche se viviamo un momento difficile, non tutti ascoltano l'oracolo di turno, e non tutti la pensano e vedo le cose allo stesso modo....! Ricordandovi che ogni arte è una chiesa senza fedeli, posta sotto l'autorità di una parrocchia di persone rispettabili, e che un artista nasce inginocchiato e combatte quotidianamente per alzarsi in piedi, vi invito a contattarmi, qualora interessati, per l'acquisto di questa opera " poster stampabile anche su tela" la cui tiratura sarà limitata ad un numero di massimo di 50  pezzi. 

COCCOilCREATIVO Maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012

IL VIRUS ALTRUISTA - Da soli non ci si salva!

"Da soli non ci si salva" per questo dobbiamo promuovere ovunque un altruismo attivo e volontario, che prima di tutto deve difendere la libertà altrui: << La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri, è vero, ma cosa ancora più importante la nostra libertà si costruisce sempre insieme e grazie a quella altrui. Senza quella degli altri, la nostra non esiste. Quindi, aiutare gli altri a costruire la loro libertà è il primo dovere dell'altruismo. >> 
La nozione di altruismo viene da LONTANO......
Il noto economista indiano Amartya Sen riflette sull'idea di libertà, e sul concetto di altruismo, egli si domanda se ciò si possa considerare liberi quando non si ha da mangiare. Per quanto mi riguarda, la libertà è un diritto che deve essere sempre accompagnato da alcuni doveri, a partire da quello di pensare agli altri e alla loro libertà. E' il dovere dell'altruismo. D'altronde, tutte le libertà sono intraprendenti: a che cosa serve essere liberi di comprare il pane, se non c'è un panettiere che produca pane? Oggi la globalizzazione sottolinea più che mai l'interdipendenza degli uni dagli altri, e poi l'appello ad essere altruista non è nuovo. Esso è presente da sempre nel messaggio cristiano.  
TRASFORMIAMOCI TUTTI IN PICCOLE API E NEL PASSARE DA UN FIORE ALL'ALTRO LASCIATE SEMPRE UN PO DI VOI STESSI ..... 
CoccoilCreativo Maggio 2012



sabato 24 marzo 2012

E' ARRIVATA UCCJA'......la lampada fatta da cannucce colorate riciclate! Basso costo massimo impatto ;-) by CoccoilCreativo































Uccjà è stata la prima parola detta da Matteo, mio nipote di tre anni, osservando un mucchio di cannucce fuoriuscire da un sacco di rifiuti durante una delle nostre consuete passeggiate domenicali. Con mia grande sorpresa, quel bambino, non mi indicava solo cannucce colorate disordinatamente riposte, ma osservando con i suoi occhi avidi quello strano accostamento di colori che sentiva propri, mi indicava la strada per l’ideazione di un nuovo progetto-oggetto. Avevo già letto di lampade create con delle cannucce riciclate ma l’idea di disegnarne e produrne una che potesse evocare la mia città mi intrigava. Lessi in quella parola colorita e storpiata dal’innocenza gli stessi colori che chi come me è cresciuto e vive in questa città, osserva quotidianamente muovendosi per i suoi vicoli. Una città che ha fatto del colore la sua peculiarità, un colore che è presente nei sentimenti di un popolo unico, nei colori della pelle della gente che oggi la abitano, nelle sfumature che puoi osservare ascoltando il suo dialetto. Lo diceva anche il grande Eduardo De Filippo in una delle sue più celebri poesie ‘O culore d’e pparole nella quale il poeta in ogni parola affermava di leggere i diversi colori di un modo di essere unico: ” Quant’è bello ‘o culore d’e pparole…….Tu liegge e vide ‘o blù, vide ‘o cceleste, vide ‘o russagno, ‘o vverde, ‘o ppavunazzo,te vene sotto all’uocchie ll’amaranto…..” Nella lampada Donna UCCIA’ (termine, tra l’altro, che ricorda l’abbreviazione di nomi napoletani come Rafiluccia, Carmeluccia, etc.etc.) e soprattutto nel suo paralume, ho cercato di sintetizzare i colori di un linguaggio unico, un linguaggio positivo, colorito “POLICROMIA=ALLEGRIA" fatto di gesti quotidiani che appartengono alla nostra città, e sono parte della nostra identità. Creare una lampada che facesse colloquiare diversi materiali è stato il mio obbiettivo, un oggetto che nella sua apparente semplicità nascondesse però una ricchezza di significati legati alla città di Napoli. Delle cannucce colorate, incollate ordinatamente secondo una partitura precisa e non casuale, si presentavano come un ottimo materiale con cui interagire e rappresentare in sintesi un modo di essere unico, diciamo colorito. Questo ''materiale apparentemente povero” si è rivelato, nel’ideazione della lampada, con delle caratteristiche di modularità, trasparenza e resistenza davvero sorprendenti, donando all’oggetto ideato flessibilità nella sua conformazione e possibilità cromatiche uniche. Allora, quale migliore materiale per sintetizzare i colori di una città unica al Mondo? Una lampada che rievocasse immagini e gesti quotidiani come il calare la pasta nella famosa caccavella “pentola”, oppure la passione per il mare (I ricci) o per la meraviglia del suo sole, ed ancora la malattia per il gioco. Un materiale rappresentativo della cultura usa-e-getta nella quale viviamo che, con i tempi che corrono, vorremmo dichiarare definitivamente OUT. La lampada da comodino Donna UCCJA’ fa dell’ingegnoso riutilizzo di diversi materiali e di questa frivola figlia del petrolio la sua principale peculiarità. L’originalità del prototipo però, non sta solo nel riutilizzo di cannucce colorate, applicate ad un vecchio paralume, o nel’utilizzo stesso delle cannucce, scelta che ha già ispirato e attirato, gli avveniristici progetti di alcuni eco-designers, quanto, nell’INGEGNO del CREATIVO e nei suoi SIGNIFICATI ovvero: - nella possibilità di lasciare al fruitore la LIBERTA’ di RIDISEGNARE la lampada attraverso IL GIOCO di curvare le cannucce secondo la propria creatività o il diverso MOTAGGIO del paralume; - nella rievocazione di immagini care alla nostra cultura ogni qual volta la lampada viene ridisegnata. - ed infine nella capacità di donare all’ambiente in cui essa è collocata, un tocco di originalità come segno distintivo di una cultura, quella partenopea, che pur essendo parte di un mondo globalizzato si presenta unica nel suo genere. CoccoilCreativo Gennaio 2012 

sabato 17 marzo 2012

UN CODICE A BARRE COLORATE da VEDERE!



di Bernard Buhler Architects, spotted via Architizer.
Ecco quello che intendo per uso intelligente del del colore, si tratta di un nuovo edificio sito in Francia a Bordeaux opera di BernardArchitects Buhler, che ho individuato per questa recensione tramite il portale di Architizer. L'edificio che va considerato nel suo contesto urbano, è costituito da superfici adibite ad uso residenziale e ad uso commerciale ed è parte di un'operazione chiamata "ARCOBALENO" un progetto di ristrutturazione urbana, che già solo a nominarlo fa sorridere, esso  si colloca tra l'ingresso del Parco Gran District, l'angolo di strada PortmannHuyard e Avenue Emile Counord a Bordeaux. Quest'opera rappresenta a mio modesto avviso, un edificio  fresco, che colpisce non solo per la sua sinuosità, ma anche per la straordinaria vivacità dei suoi colori. La sua sua forma, le sue curve sinuose, nonché il colore, ne fanno un'esempio di successo da emulare. Interessante l'utilizzo del vetro esterno colorato che funziona non solo per vivificare il sito urbano nel quale è collocato, ma anche l'edificio stesso è come se si trattasse di una serie di colori in continua evoluzione, come un codice a barre colorato immerso nel grigiore metropolitano....Un operazione di successo che vale la pena menzionare sul mio blog. By CoccoilCreativo


See many more images over at Architizer.

venerdì 9 marzo 2012

Quali sono i valori che collego alla creatività?
La   positività,  l’ottimismo, la  solidarietà,  e  la generosità. Si proprio la generosità perché dietro ogni  atto  creativo   qualunque esso sia,   si nasconde un “dono” un dono  da   fare  agli   altri.  Alla   base  di  una nuova architettura   o  di  un  nuovo    prodotto    di    design    credo   ci    sia  sempre la  convinzione di  poter   migliorare  la  propria   vita,  e  quella   di  ognuno  di   noi.   Anche  soltanto   attraverso  il  semplice    godimento  estetico del  più  semplice degli oggetti  ad   esempio  una TAZZA.  Non si  tratta  solo di  «progettare» qualcosa, con ogni mezzo, da qualsiasi parte del pianeta, ma è la  necessità  di  appartenere al mondo che ci circonda. Fortunatamente le professioni, così come canonizzate nel ’900 stanno scomparendo perché per lo più  non al passo con i  tempi e legate a vecchi  stereotipi che hanno letteralmente annientato  più  di   una generazione di giovani menti creative, colpevoli solo di essere nate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Credo nelle potenzialità di un’attività artistico culturale  sviluppata   nelle  community,  canale  ideale  per promuoversi,  confrontarsi  e  fare   network   attraverso   una   partecipazione  attiva  ai  social  network, e  a  portali  specializzati. Fare cultura  dà senso alla  vita  contemporanea,  così   come lo si attribuiva in passato  alle azioni  e  alla  vita  dei nostri avi. Fa parte  delle  nostre    propensioni.  Personalmente   mi    sorprendo   ancora  oggi   a  godere   delle  “buone”  idee avute  da  altri. Ed anche del controllo degli  strumenti  che  hanno utilizzato per esprimerle. Parlo  di  buone  idee, nel  campo  del  cinema,  in  letteratura e chiaramente nell’architettura e nel design. Per fortuna questo sentimento si trasforma sempre meno in invidia,   e  sempre   più   in   una  forte   spinta all’emulazione. 
Un’attività   culturale  qualunque  essa sia  crea comunità  e  senso di appartenenza,  e  questo  è visibile nelle cosiddette “tribù” antropologiche. Gruppi che condividendo  valori  culturali,  interessi  e  passioni, combattono il bigottismo latente della nostra società, e si mettono in discussione  senza  aver   paura  di  apparire   ed   essere criticati.  Fare cultura  quindi  fa  bene  non  solo  alla società ma anche , in un periodo di crisi economica come questo, alle  proprie tasche rappresentando un modo al passo con i tempi per fare business e promuoversi.  CoccoilCreativo


mercoledì 8 febbraio 2012

BREEZER LAMP "RECYCLING is BEAUTIFUL ...."



Per il vostro studio a casa o per il nostro spazio di lavoro  BREEZER LAMP by CoccoilCreativo. For our study at home or work space  BREEZER LAMP by CoccoilCreativo 
RECYCLING is BEAUTIFUL ..

mercoledì 1 febbraio 2012

martedì 24 gennaio 2012

La fame fa uscire il lupo dal BOSCO!!! PANNELLO SOLARE CON BOTTIGLIE DI BIRRA



acqua_calda

Ecco cosa si è inventato Ma Yanju, contadino cinese della provincia dello Shanxi. Per fare arrivare l’acqua calda in casa della madre ha utilizzato 66 bottiglie di birra, collegate con una serie di piccoli tubi, posizionate su una tavola di legno ricoperta con un foglio di alluminio. La tavola è stata posta sul tetto in direzione nord per captare il più possibile la luce solare. Il pannello fornisce acqua calda sufficiente per tutti i membri della famiglia di Ma e molte altre famiglie del villaggio hanno seguito l’esempio dell’ingegnoso contadino. C'è sempre da imparare.....            
                                                                                                                 CoccoilCreativo Gennaio 2012

venerdì 20 gennaio 2012

I MIEI RIFIUTI RICORDO.


Da quando ho fatto mio il concetto di "RIFIUTO RICORDO" la mia vita ha assunto un sapore diverso....Un vecchio oggetto inutilizzato, ormai da buttare non rappresenta più un semplice rifiuto inanimato ma.....un qualcosa che invece aiuta a vivere meglio. Strano vero? eppure è così......provate a guardarvi intorno......siamo circondati da rifiuti ricordo, sulla scrivania accanto a noi, in un armadio, sul divano o sul tavolo.... Mi piace immaginare che tutti si abituino a pensare che i rifiuti non rappresentino soltanto una potenziale risorsa attraverso il riciclo, ma che in essi, ci siano parti, sostanze,materiali addirittura necessari alla vita e all'esistenza, quindi  "PREZIOSI". Mi piacerebbe immaginare che anche le persone che hanno lavorato alla loro produzione, li si considerasse PREZIOSI, per le loro singole storie, per noi stessi, e per quel senso di umanità che da essi e dal loro vissuto, nonché dalle nostre sofferenze scaturisce.
                                                                                                          CoccoilCreativo Gennaio 2012

QUALI SONO I VOSTRI RIFIUTI RICORDI???

The concept of "WASTE OF MEMORY" has changed my life and gave me a different flavor ... An old unused object, help me live better. Strange is not it? yet it is so ... I like to imagine that everyone is accustomed to thinking that the waste does not only represent a potential resource through recycling, but that in them, there are parts, substances, materials, even necessary for life, and then are "PRECIOUS".                                                
                                                                                                           CoccoilCreativo Gennaio 2012

WHAT ARE YOUR MEMORIES WASTE??

COCCOSTORE


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