venerdì 20 luglio 2012

Secondo voi chi ritorna nella città d’origine è un fallito??? o un MIRACOLATO????



Credo  che  soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo affrontando in questi mesi ci sia  la necessità, quasi il dovere morale di invertire il processo in base al quale chi ritorna nel territorio d’origine – dopo un’esperienza in città – si senta inevitabilmente un fallito. “Bisogna far sì che il ritorno nella propria comunità d’origine, città  o paese rappresenti un valore per i nuovi giovani delle città del Sud e delle splendide  zone rurali del Sud d’Italia, e non più il marchio evidente di chi non ce l’ha fatta” Se siete nati in una piccola città di provincia o in un paesino,  o in una città del Sud come me, sapete bene che questo rappresenta una difficoltà notevole, di chi passa infanzia e adolescenza senza prospettive lavorative e stimoli culturali. Chi può se ne va, senza pensarci due volte, girando le spalle alla propria città, e chi resta spesso viene guardato con disistima. Quando qualche anno fa, ho lasciato la mia ridente cittadina dell'interland napoletano, per andare a lavorare prima a Torino per poi arrivare a dividermi tra Savona e Milano, non sapevo dove mi avrebbero portato le esperienze di quegli anni....., avevo solo una certezza:  NON SAREI MAI PIU' TORNATO!! Tutte le volte che venivo a conoscenza di qualcuno che, dopo o durante l’università,  aveva invece fatto marcia indietro, non riuscivo a non provare un sentimento di pena mista a rabbia. Pensavo che, con quel gesto, il mio concittadino avesse buttato all’aria l’occasione della sua vita. Superato, però, il radicalismo dei miei trent’anni, ho cominciato a guardare con meno severità e più comprensione a quei ritorni. Anzi, quando sento la storia di qualcuno che, insieme alle valigie, ha riportato “a casa” (e magari messo a frutto) un pezzettino delle esperienze e delle conoscenze accumulate all’estero o in città, penso quale splendida regione sarebbe oggi la nostra. “E tu, cosa fai??? Ti chiedi mai cosa stai facendo per quella terra lontana….che ti ha dato la vita, ha generato parte della tua essenza, le prime amicizie, i primi amori, i primi libri, insomma le basi per diventare quello che, nel bene e nel male, sei oggi? ”Oggi  apprezzo e condivido quella scelta fatta anni fa, anzi ne vado fiero. Il valore di quel RITORNO ........NON HA PREZZO, così come non ha prezzo la gioia di passeggiare in una giornata di luglio sotto un sole accecante tra i vicoli e le meraviglie della mia città, il sorseggiare un calice di vino locale a poco prezzo, chiacchierare con Pietro il salumiere, un morso ad una pizza fritta.....le escursioni tra cento itinerari diversi, le isole pedonali, la vista straordinaria dalle finestre della casa dei miei genitori, respirare l'odore del mare, penso che – dopo tutto – alla base di quella scelta non ci fu solo la pigrizia o le difficoltà di vivere lontano da casa......ma la necessità di sentirsi parte integrante di una realtà che mi aveva generato e che per riconoscenza dovevo difendere e arricchire attraverso il mio agire quotidiano. Niente campanilismo, si tratta solo di riconoscenza. Mettere a frutto le proprie esperienze giovanili, crescere, maturare professionalmente nella propria terra non ha prezzo. I problemi del Sud non lasciarli ad altri…..li conosci, i problemi dei piccoli centri e dei territori rurali restano: poco lavoro, scarsa offerta culturale, stimoli esigui. Ma, credo, forse proprio nel non abbandonare tutto e tutti, forse proprio in quei ritorni si nasconde la chiave e la speranza di risolverli. Se sto pensando di andare via? Niente affatto!!! Magari per qualche mese.......il tempo di comprendere.......osservare......capire e imparare.......e poi ritornare!!! Un grande applauso misto a un buon lavoro per tutti quelli che RIUSCIRANNO a FARLO….con consapevolezza. J CoccoilCreativo Luglio 2012

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