venerdì 9 novembre 2012

"L'ORA DELL'ORO" Progetto grafico in tandem.



L'ORA DELL'ORO
L'idea, nasce dalla collaborazione di Checco Portoghese con l'architetto e designer partenopeo Luca Ciotola  e nasce proprio a Napoli...., la città dove tutto è possibile.
Un giorno, in un bar.....durante una calda giornata estiva, mentre sorseggiavamo il nostro caffè...nella nostra Napoli l'idea. Napoli, la città dal sorriso amaro, dove se vuoi riesci a trovare un ristorante aperto anche alle due del mattino, dove riesci a sorprenderti sempre per qualcosa di nuovo e diverso nell'apparente immutabilità delle cose. Napoli, la città dai mille strati sovrapposti, ma uguale sempre a se stessa, alla sua filosofia di vita.Napoli la città delle pause, dei riti che sopravvivono al tempo, ricercati, rivissuti sempre con la stessa sacralità e inviolabilità. Riti come quello del caffè che domina incontri frugali e riunioni di lavoro, che battezza nuove conoscenze, che rompe il ghiaccio in appuntamenti formali. Rito che si ripete ad ogni ora del giorno, fatto per le abitudini di tutti: per chi non si sveglia se non prende il caffè, chi comincia la sua giornata solo dopo una gustosa tazzina di caffè, per chi deve ricominciare dopo una pausa pranzo troppo breve o troppo pesante, per chi vuole interrompere per qualche istante l'incessante ritmo di lavoro d'ufficio.Il caffè pagato ad amici e colleghi per festeggiare il proprio compleanno o onomastico, oppure ordinato in cantiere per ingraziarsi gli operai ed addolcirne la naturale diffidenza. Il caffè offerto in segno di rispetto, per amicizia o per affetto, come gesto di galanteria. Il caffè pagato, antico rituale per manifestare al mondo il proprio buon umore. 
E' da qui che parte la nostra idea. Ed è per questo che il filo conduttore è proprio .... UN FILO:
 "il filo dei panni" ancora oggi utilizzato dal popolo per asciugare il bucato, fissato tra due edifici a formare una sorta di cappello ai vicoli stretti e lunghi dei quartieri più vecchi e popolari.Un filo che viene direttamente dal passato e che porta con se mille anni di abitudini, storie, tradizioni, vicende...un filo che resiste ai tempi e che ancora carica su di se senza alcun pudore magliette, pantaloni e mutande; un filo che accoglie un piccione che stanco si posa per riposarsi e comincia a tubare (o se si preferisce a twittare) per poi riprendere a volare tra vicoli e strade.Un filo che raccoglie e trasmette odori da sempre uguali a se stessi, aiutato del vento che si incanala leggero tra i vicoli stretti come budelli e che trasporta indistintamente per centinaia di metri il profumo del bucato appena steso, quello del ragù della domenica, delle fritture di paranza, dei friarielli ripassati in padella, dei peperoni appena arrostiti. Un filo che accompagna l'inconfondibile profumo del caffè che dà il risveglio al mattino, oppure rinvigorisce dal lento sonnecchiare del pomeriggio o che alla sera si gusta per "addolcire la bocca" prima di dormire.
Il caffè come un'arte immutata e immutabile nel tempo, un'icona che si incastona in un ideale quadro della città, insieme al mare, al sole, alla vista del golfo...Un simbolo VERO di Napoli al di fuori dei luoghi comuni, che tutti cercano e vogliono provare quando si trovano in città e dal quale rimangono inebriati ed estasiati provando a catturare e portare con se quella fragranza e quell'odore che però si perdono magicamente non appena ci si allontana da qui...(Si dice per merito dell'acqua o della tecnica di preparazione, ma è più realistico dare merito alle atmosfere e alle magiche ritualità che accompagnate alle migliori miscele rendono questa bevanda a Napoli la migliore del mondo!)

"Una tazzina che racchiude il passato e rilegge il presente per proiettarsi verso il futuro prossimo è l'idea che abbiamo cercato di tramutare in piacevole concretezza."

Una tazzina quindi che raccoglie in se un enorme e importante passato ma che vuole reinterpretare il concetto di socialità oggi ingabbiato dentro i freddi ingranaggi di Twitter e Facebook, Social Network che rubano l'incontro intimo, personale, fatto di strette di mano, che cancellano il profumo e aroma, lo zucchero che scende lentamente nella tazzina, il rapporto di simpatia col barista di fiducia.
Ed è per questo che nel "nostro rito", quello che vediamo e vorremmo noi, il piccione si posa sul filo dei panni per qualche istante e smette di "cinguettare" (o twittare) lasciando spazio all'incontro ravvicinato, magari appoggiati al bancone del bar o comodamente seduti ad un tavolino preparandosi a sorseggiare il caffè. E prima di farlo, mentre si porta la tazzina alla bocca, ci si lascia inebriare dall'aroma che risale  e guardando l'interno della tazza si intravede il simbolo "mi piace" (o I like it) - oggi molto usato per mostrare sinteticamente gradimento per qualcosa - che non si può che condividere approvando mentalmente tale sublime gesto, un attimo prima del primo sorso.   

"L'ORO di Napoli è un insieme di simboli, gesti, abitudini, riti che sopravvivono al tempo e che oggi più che mai rappresentano un patrimonio da salvaguardare e rivalutare."

Ci piace pensare che questo lavoro possa essere un piccolo contributo per dar vigore ed esaltare uno dei riti più piacevoli e sacri per il napoletano, e che questa tazzina così ridisegnata sia il miglior modo di racchiudere in pochi sorsi un patrimonio di Napoli nel mondo.
Che i luoghi comuni della nostra città diventino VERI messaggi e piacevoli scoperte per chi spesso giudica frettolosamente ciò che non può conoscere, per chi non sa che questo è un rito che porta dentro storia e tradizione e che vuole religioso rispetto e seria gratificazione.

CoccoilCreativo Novembre 2012

COCCOSTORE


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