Credo che
soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo
affrontando in questi mesi ci sia la necessità, quasi il dovere morale di
invertire il processo in base al quale chi ritorna nel territorio d’origine –
dopo un’esperienza in città – si senta inevitabilmente un fallito. “Bisogna far sì che il ritorno nella propria
comunità d’origine, città o paese rappresenti
un valore per i nuovi giovani delle città del Sud e delle splendide zone rurali del Sud d’Italia, e non più il
marchio evidente di chi non ce l’ha fatta” Se siete nati in una piccola città di provincia o in un paesino, o in
una città del Sud come me, sapete bene che questo rappresenta una difficoltà
notevole, di chi passa infanzia e adolescenza senza prospettive lavorative e
stimoli culturali. Chi può se ne va, senza pensarci due volte, girando le
spalle alla propria città, e chi resta spesso viene guardato con disistima. Quando
qualche anno fa, ho lasciato la mia ridente cittadina dell'interland
napoletano, per andare a lavorare prima a Torino per poi arrivare a dividermi tra Savona e
Milano, non sapevo dove mi avrebbero portato le esperienze di quegli
anni....., avevo solo una certezza: NON SAREI MAI PIU' TORNATO!! Tutte le
volte che venivo a conoscenza di qualcuno che, dopo o durante l’università,
aveva invece fatto marcia indietro, non riuscivo a non provare un
sentimento di pena mista a rabbia. Pensavo che, con quel gesto, il mio
concittadino avesse buttato all’aria l’occasione della sua vita. Superato,
però, il radicalismo dei miei trent’anni, ho cominciato a guardare con meno
severità e più comprensione a quei ritorni. Anzi, quando sento la storia di
qualcuno che, insieme alle valigie, ha riportato “a casa” (e magari messo a
frutto) un pezzettino delle esperienze e delle conoscenze accumulate all’estero
o in città, penso quale splendida regione sarebbe oggi la nostra. “E tu, cosa
fai??? Ti chiedi mai cosa stai facendo per quella terra lontana….che ti ha dato
la vita, ha generato parte della tua essenza, le prime amicizie, i primi amori,
i primi libri, insomma le basi per diventare quello che, nel bene e nel male,
sei oggi? ”Oggi apprezzo e condivido quella scelta fatta anni fa,
anzi ne vado fiero. Il valore di quel RITORNO ........NON HA PREZZO,
così come non ha prezzo la gioia di passeggiare in una giornata di luglio sotto
un sole accecante tra i vicoli e le meraviglie della mia città, il sorseggiare
un calice di vino locale a poco prezzo, chiacchierare con Pietro il salumiere,
un morso ad una pizza fritta.....le escursioni tra cento itinerari diversi, le
isole pedonali, la vista straordinaria dalle finestre della casa dei miei
genitori, respirare l'odore del mare, penso che – dopo tutto – alla base di
quella scelta non ci fu solo la pigrizia o le difficoltà di vivere lontano da
casa......ma la necessità di sentirsi parte integrante di una realtà che mi
aveva generato e che per riconoscenza dovevo difendere e arricchire attraverso
il mio agire quotidiano. Niente campanilismo, si tratta solo di riconoscenza. Mettere
a frutto le proprie esperienze giovanili, crescere, maturare professionalmente
nella propria terra non ha prezzo. I problemi del Sud non lasciarli ad
altri…..li conosci, i problemi dei piccoli centri e dei territori rurali
restano: poco lavoro, scarsa offerta culturale, stimoli esigui. Ma, credo,
forse proprio nel non abbandonare tutto e tutti, forse proprio in quei ritorni
si nasconde la chiave e la speranza di risolverli. Se sto pensando di andare
via? Niente affatto!!! Magari per qualche mese.......il tempo di comprendere.......osservare......capire
e imparare.......e poi ritornare!!! Un grande applauso misto a un buon lavoro
per tutti quelli che RIUSCIRANNO a FARLO….con consapevolezza. J CoccoilCreativo
Luglio 2012